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La cultura vicentina del ‘700: Ottavio Bertotti Scamozzi

Aggiornamento: 16 ott 2023


Bertotti nacque a Vicenza nel 1719, figlio di un modesto barbiere della città e quindi assai lontano da ricchezze e nobiltà. Ma conobbe da ragazzo il nobile Marchese Capra che prese in simpatia il giovane garzone vivace, curioso e attento. Fu quindi aiutato a studiare e frequentò con profitto le scuole cittadine.

Esisteva all’epoca a Vicenza un lascito testamentario del grande architetto Vincenzo Scamozzi che destinava una specie di borsa di studio ad un giovane cittadino povero ma studioso e meritevole; Il beneficiario era vincolato alla accettazione di un secondo cognome, appunto Scamozzi. Per i suoi meriti scolastici e per l’aiuto del marchese Capra, il giovane Ottavio fu scelto e terminò gli studi di Architettura. La cifra assegnata non era elevata e Ottavio accettò vari incarichi in Comune; fu per tutta la vita il custode del Teatro Olimpico con il titolo ufficiale di Bidello del Teatro. Naturalmente realizzò anche importanti progetti architettonici quali palazzo Folco in Pusterla, S. Faustino, palazzo Muzzi in piazza Matteotti, il prospetto dell’Eretenio, villa Capra a Sarcedo. Risulta che abbia fatto un unico soggiorno fuori città, in Piemonte per il progetto di un palazzo a Casale Monferrato. Fece una tranquilla vita da studioso di Architettura, sempre approfondendo l’esame di quello che era il suo idolo e modello: Andrea Palladio. Nel 1761 pubblicò un agile libro: “Il Forestiere Istruito delle cose più rare di architettura e pittura in Vicenza “che ebbe ampia diffusione. Dal 1776 a 1783 pubblicò il più completo trattato sul Palladio: “Fabbriche e disegni di A. Palladio “in 4 volumi corredato di moltissime tavole, complete di misure e rilievi accuratissimi. Per primo in modo sistematico evidenziò le differenze tra i disegni palladiani dei QUATTRO LIBRI e gli edifici realizzati, motivandone le cause tecniche e storiche. Ebbe modo nel 1786 di guidare alla visita di Vicenza il grande letterato tedesco Goethe; questi definì Ottavio “artista valente e appassionato, con il quale si sarebbe fermato volentieri un mese per un rapido corso di architettura “. Morì nel 1790. Ing. Fabio Gasparini





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