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Le vecchie chiese di Vicenza: Basilica dei S.S. Felice e Fortunato


In epoca romana a sud della via Postumia, sorgeva una necropoli pagana, nella quale anche i primi cristiani inumavano i loro morti; qui si sviluppò il culto dei fratelli Felice e Fortunato de Rainoni, martirizzati ad Aquileia in epoca domiziana. Verso la fine del IV secolo venne eretta una semplice aula ecclesiae di circa metri 10X16; semplice nella struttura ma con un ricco pavimento musile, tuttora visibile all'interno della basilica. Nel 452 le orde di Attila assalirono e devastarono la città e rasero al suolo l'aula ecclesiae che venne ricostruita di mt. 24X16,5 a tre navate. Agli inizi del VIII secolo i Benedettini si insediarono nella basilica che dedicarono ai santi Vito e Modesto a loro cari; l'anno 802 l'imperatore Carlo Magno visitò la basilica donando oggetti e privilegi.

Nel 899 gli Ungari semidistrussero e incendiarono la basilica. Rodolfo vescovo di Vicenza con un privilegium del 983 confermò i Benedettini e concesse loro una cospicua donazione per la ricostruzione della chiesa. Il terribile terremoto del 3 gennaio 1117 sconvolse l'alta Italia e semidistrusse la basilica; subito l'abate Alberto iniziò la ricostruzione. Sotto la signoria degli Scaligeri e dei Visconti la chiesa lentamente decadde. Nel 1532 Bartolomeo D'Alviano, per aumentare le difese della città, ne propose la demolizione, fortunatamente non eseguita. Fu nella seconda metà del 1600, in piena epoca barocca, che l'immagine della chiesa venne totalmente sconvolta. La facciata fu rivestita in marmo a due ordini alla cui base stava un atrio con portico a tre archi. Portico e facciata erano coronati da balaustre con statue; anche l'interno venne ristrutturato e il soffitto venne rivestito a cassettoni. Il presbiterio venne separato dalla zona riservata ai fedeli, sopraelevato su arconi neoromanici coronati da una ricca balconata. I muri, non ricoperti da marmi, vennero intonacati e il catino dell'abside venne affrescato da Giulio Carpioni con soggetto “l'incoronazione delle Vergine per opera dello Spirito Santo” La poca manutenzione, l'azione del tempo e il terremoto del 1695 degradarono la struttura che venne nuovamente restaurata nella prima metà del 1700. In epoca napoleonica con la soppressione delle confraternite e di tutti gli ordini religiosi, vennero cacciati i Benedettini e nel 1806 il complesso passò al demanio cittadino. Finalmente nel 1935 grazie a Monsignor Giuseppe Lorenzon furono demolite tutte le aggiunte sette e ottocentesche e la basilica fu riportata alla versione del XII secolo, come oggi è visibile. Adriano Bevilacqua





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